UN TRITTICO SCULTOREO VIVO REALIZZATO CON GLI SCARTI DI ASFALTO.
La natura sopravvive all’uomo che, in piena pandemia sfugge al contagio chiudendosi in casa,
ormai trappola e rifugio. Fuori il tempo va avanti: scomparso l’essere umano, esili fili d’erba
spaccano la strada. Nuovi germogli si riappropriano di un mondo ormai deantropizzato: la
rappresentazione del respiro della Terra, impercettibile ma implacabile, tra paure ataviche e
suggestioni post apocalittiche.
L'era dell’antropocene è tradotta in tre elementi, una sedia, un tavolo e un quadro, dai forti richiami alla vita domestica, circoscritta all’interno di un animato cerchio di sacchetti della spazzatura,
metafora dell’inquinamento globale quotidiano.
Chiude visivamente questo racconto “Forlastdrop”: una sedia scultura, ottenuta dal riciclo di scarti di terracotta, le crepe richiamano la terra arsa e ci portano a pensare a quanto il clima stia
mutando sempre più velocemente ed ai disastri sempre meno prevedibili che ne conseguono.
Osservando meglio si scorge un piccolo germoglio a testimonianza che la terra che ci ospita è di fatto la più forte.